Il sistema Dallmer© è di più veloce applicazione però è meno malleabile e dipende, per la sua riuscita, dalla scelta della misura giusta; il sistema Babyglu© è molto più laborioso ma, teoricamente, con un solo kit si può realizzare una estensione sia dorsale sia laterale, mediale o plantare/palmare. La velocità e facilità d'applicazione sono comunque elementi molto importanti, trattandosi di foal spesso ancora sotto la madre, che generalmente necessitano, per effettuare il lavoro in maniera adeguata, di una buona sedazione.
Poiché entrambi i sistemi dipendo da una buona adesione della colla alla muraglia, è necessaria una adeguata preparazione della parete che, nel caso della colla Dallmer© verrà irruvidita leggermente con la raspa mentre nel caso della cyanolite, che ha una consistenza molto più fluida, verrà limata in modo da renderla liscia nel maggior modo possibile.
In ambedue i casi, la parete va sgrassata con solventi (etere per il Dallmer©, acetone per Babyglu© ed Easyglu©). Buona norma è quella di riscaldare la muraglia con un getto d'aria calda dopo il trattamento con l'etere: questo infatti, evaporando, raffredda la parete. Quest'ultima, riscaldandosi sotto l'azione della reazione esoergonica della colla, può esalare umidità che impedisce una buona adesione.
Un'altra precauzione importante è quella di fasciare la corona per evitare che venga in contatto con la colla che, nel caso della colla Dallmer©, è particolarmente calda.
Le scarpette Dallmer©, per rendere più malleabile la cuffia che andrà a contatto con la muraglia e per portare i tempi di catalizzazione della colla a pochi minuti, devono essere riscaldate a temperature di 40-50° C. Il riscaldamento si effettua con un getto d'aria calda (sverniciatore, asciugacapelli).
Come per l'applicazione di resine, è importante usare guanti “usa e getta” di lattice, perché le colle sono state elaborate per aderire alla cheratina e perciò si fissano anche alla pelle umana.
III. 4.3.1.A. Flaccidità flessoria(FIG. 42) (FOTO 10)
La flaccidità flessoria è generalmente un problema neonatale, che interessa in gran parte dei casi entrambi i posteriori. Alcuni autori ritengono che nella maggior parte dei soggetti si risolva entro pochi giorni con esercizio moderato, senza la necessità d'intervento [13].
Nella pratica, invece, non è raro osservare puledri che, anche a 4-6 settimane dalla nascita, ancora sollevano la punta dei piedi quando caricano gli arti colpiti.
Le conseguenze possibili della sublussazione dell'articolazione interfalangea distale che accompagna la flaccidità flessoria includono: infiammazione del legamento sospensore del nodello, instabilità dell'epifisi distale del metatarso III, rimodellamento della cartilagine articolare distale del metatarso III sulla sua superficie in contatto con i sesamoidei prossimali e con la prima falange, rimodellamento e frammentazioni osteocondrali parcellari dei margini dorsali della articolazione metatarso-falangea, rimodellamento e distacchi parcellari del margine articolare dorsale della terza falange, sovraccarico e consumo eccessivo dei talloni, infiammazione del legamento plantare e corba [60, 61].
Un'estensione plantare di almeno 2-4 cm dietro la verticale dei glomi risolve immediatamente l'instabilità biomeccanica. Per questo tipo d'applicazione è utile lavorare sul puledro in decubito (su un buon spessore di lettiera all'entrata del box), per evitare così un carico troppo precoce della estensione prima che la colla abbia raggiunto una resistenza sufficiente. Unica precauzione è quella di assicurarsi un corretto allineamento dell'asse longitudinale della scarpa e dello zoccolo. Generalmente nei neonati o nei puledri di pochi giorni non è necessaria la sedazione se è presente mano d'opera qualificata. La presenza della madre inoltre (custodita da un aiutante), tranquillizza il foal.
La durata della ferratura non deve eccedere i 20 giorni per evitare la costrizione del piede, in rapido sviluppo, da parte della cuffia. Sono raccomandabili esercizio moderato su terreno compatto ed uno spessore di lettiera minimo, comunque compatibile con l'abitudine di dormire in decubito dei foal.
Le recidive sono rare e interessano generalmente solo quei soggetti ai quali l'estensione plantare è stata applicata tardi (dopo 3-4 settimane d'età) [62]
III. 4. 3. 1B. Contratture flessorie (Fig. 43) (Foto 12 a, b)
Le retrazioni flessorie possono interessare il muscolo/tendine flessore profondo delle falangi, il muscolo/tendine flessore superficiale delle falangi o ambedue.
Possono essere neonatali (p.e. a causa della posizione fetale intrauterina) o acquisite (p.e. da squilibri alimentari - dieta iperproteica) [13].
Possono essere inoltre bilaterali, generalmente agli anteriori, monolaterali (come nel caso del “grassfoot” precedentemente discusso) o, raramente, colpire tutti e quattro gli arti [61].
Essendo il tendine flessore profondo delle falangi inserito a livello della cresta semilunare della terza falange, che a sua volta è solidale con la scatola cornea, interventi d'estensione dorsale sono particolarmente indicati per retrazioni del TFPF.
Fattore centrale nelle contratture flessorie sembra essere il ciclo vizioso retrazione/dolore/ulteriore retrazione [13]. E' questa la ragione per la quale nelle retrazioni severe non si può semplicemente abbassare i talloni, perché questo può causare un ulteriore stimolo dolorifico.
Le scarpette incollabili Dallmer© (Bockhuf) prevedono un cuneo avvitabile sotto alla suola e permettono un graduale abbassamento dei talloni tramite raspatura progressiva del cuneo, in base all'impronta a livello dei talloni che il puledro lascia sul terreno. Quando il cuneo sarà asportato completamente, si potrà ottenere un ulteriore allineamento dell'asse digitale con la scarpetta BK, che ha uno spessore maggiore in punta rispetto ai talloni.
L'applicazione delle scarpette con cuneo si fa più agevolmente con il puledro in stazione se è sedato adeguatamente, andando lo zoccolo ad intimo contatto con la cuffia grazie all'inclinazione del cuneo (Fig. 43). Importante è evitare una rotazione dell'arto con la colla ancora fluida, perché questo, può comportare una perdita dell'allineamento dell'asse sagittale della scarpa rispetto a quello del piede. Il pavimento inoltre non deve essere di materiale sintetico per evitare di incollare il puledro al suolo!
Per una prognosi favorevole è importante intervenire tempestivamente, ai primi segni di retrazione, senza tralasciare però la terapia medica (p.e. anti-infiammatori, tetracicline) ed eventuali cambiamenti di dieta.
Per le retrazioni del muscolo/tendine flessore superficiale delle falangi che porta ad una verticalizzazione del pastorale fino alla flessione del nodello (arrembatura), le scarpette incollabili possono essere utili come elemento d'ancoraggio per ortosomi realizzati in stecche d'alluminio e fasciati all'arto.
III.2. 3. 1. C. Deviazioni angolari (Fig. 44, 41d) (Foto 13)
Nei puledri le deviazioni neonatali quanto quelle acquisite sono frequenti, particolarmente a livello del carpo [61, 63, 64]. Le deviazioni angolari vengono definite valghe quando è presente una deviazione laterale del segmento distale al punto di inizio e definite vare quando la deviazione del segmento distale è mediale [63, 64]; un angolo tra radio e metacarpo si definisce, per esempio, come carpo valgo se presenta un valore <180° sulla parte laterale (concava) e varo se presenta un valore >180° sulla parte laterale (convessa) (Fig. 45). |