Cure del puledro
Quando assistiamo a delle rassegne, a delle aste o premi allevamento, salta agli occhi l'importanza che i giudici, acquirenti e venditori / allevatori danno alla conformazione di un soggetto giovane. A parte la genetica (è figlio di tale con tal ecc.) del puledro all'asta viene giudicato l'armonia complessiva, le proporzioni, ma anche è soprattutto se ha degli arti belli “dritti” se è “appiombato” correttamente. A livello di giovani trottatori e purosangue inglesi (P.S.A.) da galoppo che vengono venduti all'asta verso i 18 mesi d'età, un difetto di conformazione soprattutto negli appiombi delle gambe, può fare una differenza enorme, anche di decine di miglia d'Euro, nel prezzo battuto. Ma anche nel cavallo da sella è importante la conformazione ineccepibile; alle rassegne dovrebbe essere proprio questo un fattore importante di valutazione per i giovani soggetti e di riflesso sui genitori che li hanno prodotti.
Tutta questa gente di cavalli che hanno tradizionalmente dato tanta importanza alla correttezza delle gambe dei futuri atleti equini, basandosi in questo sulla loro esperienza empirica, hanno ricevuto adesso un'importante conferma da parte di uno dei più autorevoli ricercatori in campo dell'ortopedia equina. Il Prof. Wayne Mc Ilwraith, direttore del centro di ricerca d'ortopedia equina all'università di Colorado, USA presento il settembre scorso i risultati delle sue indagini preliminari sulla relazione tra conformazione e risultati (e “rotture”) in corsa di P.S.A.. E davanti ad un pubblico di tutto riguardo e direttamente interessato: i membri del club d'allevatori di PSI di Kentucky a Lexington patria del blue grass e del Kentucky Derby. Dando una base scientifica alle intuizioni d'allevatori e gente di cavalli il Mc Ilwraith confermo e quantifico tra l'altro: la relazione tra lunghezza del pastorale e rischio di frattura nell'arto anteriore; la relazione tra artrosi nel nodello e allineamento delle ossa (radio e metacarpo) intorno al carpo (“ginocchio” dell'anteriore), la relazione tra fratture del carpo e lunghezza della muraglia dorsale dello zoccolo ecc.. Cioè riuscì a stabilire un nesso diretto e statisticamente significativo tra com'è fatto un cavallo e il rischio di farsi male nella sua carriera sportiva.
Una seconda recente conferma scientifica dell'importanza della fase precoce di sviluppo del puledro per la sua futura integrità fisica è data da studi dell'università d'Utrecht in Olanda che dimostrano il ruolo dell'esercizio, degli appiombi e le conseguenti cariche sulla formazione delle cartilagini articolare nel foal. Tra l'ottanta e il novanta per cento della differenziazione delle cartilagini avviene nel primo anno di vita. Per il resto dei suoi giorni, un cavallo dovrà vivere di "rendita" in quello che concerne la salute delle sue articolazioni perché da adulto il tempo di rinnovo delle cartilagini è stimato in oltre 200 anni, cioè in pratica è talmente lento che non esiste (come d'altronde per l'uomo) una reale possibilità di riparazione di un'articolazione lesa.
E le patologie articolari che affettano i nostri cavalli sportivi, soprattutto quelli di discipline equestri che richiedono un addestramento ed una carriera sportiva lunga, sono conosciuti e temuti da tanti cavalieri e proprietari; artrosi, formelle, spavenio, sindrome navicolare ecc..
La migliore partenza che si può dare ad un futuro sportivo sono senza altro un'attenzione e una gestione adeguata dell'apparato locomotorio durante la decisiva fase di sviluppo.
Questa fase di sviluppo porta con sé da una parte la formazione e la differenziazione delle cartilagini articolari ma anche e anzitutto l'accrescimento in altezza.
Un puledro realizza il 60-70 % della sua crescita in altezza al garrese tra la nascita e i 6 - 8 mesi d'età. Per dare un esempio un puledro neonato che misura 90 cm d'altezza al garrese e che finirà con una stazza d'adulto di 1,60 m crescerà di 40 - 45 cm nel suo primo mezzo anno di vita. Ma come avviene quest'allungamento delle ossa che sono già tutti presenti alla nascita?
I cosi dette ossa lunghe (p.e. stinco, pastorale, radio, tibia) sono divisi in tre zone; la zona intermedia che si chiama diafisi e l'estremità che si chiamano epifisi.
E nella zona delle epifisi che da puledro, e solamente allora, si trovano delle zone cartilaginosi cosi detti cartilagini d'accrescimento o dischi epifisari, che crescono nella direzione dell'estremità dell'osso mentre che dalla loro parte diafisaria vengono trasformate in osso calcificato.