Mascalcia

Ferrature di materiale alternativo

Quando si pensa a ferrare il cavallo, lo stesso termine di “ferratura“ richiama il ferro come materiale impiegato per la protezione degli zoccoli. Infatti, l'uso del ferro per forgiare delle ferrature applicate ai zoccoli tramite chiodi risale al primo medioevo ed era un ”invenzione” dei Celti. (In epoca Romana si usavano ancora i “iposandali”; delle protezioni in piastre di bronzo o altri metalli che venivano pero allacciati agli arti invece che inchiodati).Cosi nasce anche la figura del “fabbro - ferraio” cioè l'artigiano della forgia e dell'incudine che si specializza nella fabbricazione e nell'applicazione di ferri ai cavalli, che sarebbe più coretto di chiamare con il nome di maniscalco (colui chi realizza un “calco” de la “mano” del cavallo?)

Originalmente minare ed elaborare il minerale del ferro e poi forgiarlo erano attività costose nell'economia medioevale e questo spiega forse il valore attributo al ferro trovato come porta fortuna; nel senso letterale; un ferro trovato rappresenta un certo valore. Nell'era industriale la stragrande maggioranza dei ferri di cavallo non vengono più forgiati uno ad uno a mano ma vengono realizzati in serie nelle più varie forme e misure dall'industria che fornisce la mascalcia, risparmiando cosi un'immensa fatica fisica al fabbro - maniscalco. ? interessante notare che sono rimaste però delle grandi differenze de “stile” nei ferri fabbricati nelle diverse nazioni che riflettono in parte le vecchie tradizioni e le differenti scuole di mascalcia.

Oggi giorno il cavallo, almeno in occidente, non ha più il ruolo dominante di trazione animale sostituito in questo compito dalla machina ma rappresenta invece il compagno del nostro hobby, l'atleta delle gare o il campione delle piste.

Visto questo nuovo ruolo, paragonabile a quello dell'atleta umano non c'è da meravigliarse che anche nelle calzature per equini è in atto una rivoluzione con tante proposte in alternativa al vecchio ferro di ferro, al quale a torto o ragione vengono imputate dei difetti come pesantezza, poca capacità di ammortizzare, scivolosità ecc. Passiamo adesso pero in rassegna le alternative disponibili con i loro pregi e difetti per il nostro atleta equino.

Chiamando l'attenzione anche sul fatto che proprio in questo campo è spesso l'ingenio Italiano ad essere all'avanguardia con delle nuove e interessante proposte.

I. Alluminio e le sue leghe:

L'impiego d'alluminio invece dell'acciaio (il ferro dolce e malleabile a basso contenuto di carbonio è oggi giorno sostituito da acciai più o meno duri sulla cosi detta scala Rockwell) è una delle alternative più comuni per la fabbricazione dei ferri di cavallo. Nei cavalli da corsa il vantaggio dell'alluminio è dato dal risparmio di peso cosi importante alle alte velocità; nel mondo del galoppo ogni onza (28 gr) di peso della ferratura viene considerato analogo ad un “handicap” di due libre (±1 kg) cioè ad un aumento del peso del fantino o d'eventuale piombo nel sotto sella. I ferri di galoppo in lega d'alluminio sono fini e stretti come quelli in acciaio e perciò essendo più veloce il loro consumo, soprattutto in punta, generalmente vengono dotate da un piccolo salvapunta in acciaio.

La ferratura del cavallo di corsa avviene comunque ogni tre settimane e per allenarsi e correre in pista questi ferri leggeri, ma anche a rapido consumo possono bastare come protezione almeno per gli anteriori. Anche nel trotto abbondano molti ferri in alluminio e le sue leghe sempre per il vantaggio di peso, e in questo caso anche in parte perché meno duri di quelli d'acciaio (le piste da trotto sono, a differenza di quelli da galoppo, molto compatte e l'alluminio attutisce di più dell'acciaio). Proprio un produttore Italiano, Mario Fusetti realizza già dagli anni 60 dei “ferri” da sella in lega d'alluminio. I Fusetti che hanno una lunga tradizione di famiglia nella mascalcia, progettarono questi ferri stampati a benda larga e grossa proprio per i cavalli di concorso e da sella.

Il loro vantaggio rispetto ai ferri in acciaio non sta tanto nella leggerezza (il materiale impiegato a sì un peso specifico minore dell'acciaio ma la loro larghezza e altezza è maggiore) ma più tosto nella maggiore protezione (data dalla gran superficie d'appoggio che offrono) e nella maggiore capacità d'assorbire urti e vibrazioni che non il ferro classico. Inoltre l'alluminio permette al cavallo d'imprimere in poco tempo un'usura "personalizzata" ai ferri, cioè di consumarli e stondarli in alcune parti maggiormente rispetto ad altre cosi da diventare in un senso ortopediche per il soggetto che li porta.

I ferri da sella Fusetti in lega si trovano nelle misure correnti con barbette in punta o laterale per i piedi anteriori che sono quelli maggiormente sovraccaricati, particolarmente nel cavallo da concorso.

Un altro prodotto Italiano in lega d'alluminio sonno, i ferri Piero Olivieri realizzati con un procedimento di presso fusione e in conseguenza con una lega leggermente diversa. 

(Come il ferro anche l'alluminio viene addizionato con tracce d'altri elementi come il carbonio, rame, manganese ecc. per migliorarne la stabilità e la durata).

Le ferrature Olivieri esistono anche nelle forme e misure per i posteriori indicati per cavalli da passeggiata e di fondo che spesso trovano terreni duri e compatti dove l'acciaio è più scivoloso e traumatico per il cavallo che non l'alluminio.

La ditta Colleoni (sempre Italiana!) adotta invece un approccio di produzione diverso, ritagliando una gran varietà di modelli da piastre di lega particolarmente resistenti e temprate in superficie con macchine a controllo numerico. Questo procedimento che è più costoso per ogni singolo pezzo offre pero il vantaggio che il materiale originale non viene mai riscaldato durante la fabbricazione e le proprietà originali di resistenza e durabilità rimangono inalterate, ma soprattutto è molto flessibile come metodo di produzione, permettendo di fabbricare una quantità di misure e modelli enormi perché non è legata alla realizzazione previa di stampi. Soprattutto i ferri ortopedici come pianelle, ferri ad uovo, rialzati ai talloni ecc., avendo più superficie e / o spessore, diventano molto pesanti se realizzate in acciaio ed è indubbio che per questi la lega offre spesso un'alternativa migliore all'acciaio.

Riassumendo pregi e difetti delle ferrature in lega rispetto ai ferri tradizionali si può affermare:

Pregi: a parità di spessore e larghi la lega è più leggera affaticando meno il cavallo; una leggera capacità ammortizzante; meno scivolosi su terreni compatti; variabilità di modelli ortopedici molto vasta.

Difetti: a volte per alcune attività a “lungo chilometraggio” e soprattutto durante la prima ferratura (quando il cavallo deve ancora abituarsi) c'è un consumo maggiore; alcuni modelli presentano dei salvapunte in acciaio che li rendono più durevoli; non è consigliato (anche se è possibile) la ferratura a caldo, il punto di fusione dell'alluminio è molto più basso dell'acciaio e il caldo (e il raffreddamento repentino in acqua) alterano il materiale, generalmente ammorbidendolo eccessivamente; bisogna adottare accorgimenti particolari sé si vogliono applicare ramponi avitabili inserendo una bussola riporta filetto nel ferro; costo leggermente maggiore.

II. Altri metalli alternativi:

Una breve menzione d'altri due metalli usati per fabbricare ferri da cavallo includono i ferri in Titanio, metallo molto resistente, leggero e forgiabile che pero trasmette ancora più vibrazioni che l'acciaio ed e molto costoso e i ferri in Rame realizzati dalla ditta Saurini. Questi ultimi, ben che più pesi e di consumo più veloce dell'acciaio, sono molto malleabili e offrono una buona tenuta su terreni compatti, il loro maggiore pregio sta in un'eventuale profilassi contro le malattie funghine dello zoccolo.

III. Ferri misti di metallo - materiali plastici:

In questo campo si sono continue evoluzioni sempre a la ricerca di un conforto maggiore per il cavallo atleta e non.
La filosofia dietro queste ferrature alternative si può riassumere con: “Anche il cavallo a diritto ad una “Nike” (o Adidas ecc.) ”.

Questi ferri combinano una parte di metallo (alluminio o acciaio) ricoperta in tutto o solo sulla superficie inferiore con un materiale sintetico ammortizzante. Ma vediamone alcuni in dettaglio:

  • --Nail shue della Mustad: anima d'alluminio, ricoperto in poliuretano. Pregi: buona durabilità e relativamente facile da aggiustare nella forma sull'incudine, discreto potere ammortizzante. Difetti: alto costo, barbette molto piccole e tozze, difficile reperibilità in Italia.
  • --Ollöv: anima d'acciaio ricoperto con gomma (caucciù).Pregi: molto ammortizzanti, ottima tenuta su asfalto, cemento ecc., discreta durabilità (c'è sempre 5 mm d'acciaio quando è consumata la gomma), costo non eccessivo. Difetti: richiedono un piegaferri particolare e un po' di pratica per darli la forma giusta. Non sono leggeri.
  • --Allu gomma Colleoni: ferri d'alluminio fresato con inserti ammortizzanti di poliuretano - gomma in punta e ai talloni. Pregi: discreto potere ammortizzante e proprietà anti scivolo su asfalto e cemento; ottima tenuta nel tempo anche degli inserti ammortizzanti; facile da aggiustare sull'incudine in modo tradizionale; leggeri; buone barbette; costo non eccessivo. Difetti: nei numeri grandi gli inserti ammortizzanti sono relativamente modesti di dimensioni.

Come appare chiaro con nessuno di questi tipi di ferri si può pareggiare a caldo e in caso di bisogno di ramponi si vogliono degli accorgimenti particolari.

IV. Ferrature interamente in materiale plastico:

Le cosi dette “plastiche” , che consistono in piastre di materiale plastico (generalmente poliuretano) con uno spazio vuoto nel centro, vengono tagliati a contorno del piede per adattarli allo zoccolo. Da tempo in uso sulle piste da trotto (dove pero si ferra anche ogni 15 giorni!) ultimamente sono apparsi diversi modelli sul mercato pensati per cavalli da sella e da concorso, cioè più robusti e durevoli e con l'aggiunta di barbette. I ferri in plastica senza anima metallica hanno tutti bisogno di essere chiusi nella parte posteriore da una robusta traversa per non allargarsi eccessivamente.

In un certo senso la loro flessibilità maggiore è più fisiologica per il piede perché permette un maggior movimento verticale e indipendente dei talloni e glomi dello zoccolo come avviene con il cavallo scalzo. Attualmente è in corso uno studio scientifico dell'università del Colorado USA che applica questo tipo di ferratura in cavalli affetti da navicolite per saggiarne un eventuale effetto terapeutico.

Fig 1
Fig.1
Le ferrature di materiale plastico senza anima metallica (immagine a destra) permettono un 
movimento verticale indipendente dei talloni e dei glomi su fondo irregolare.

Il problema pratico rimane che una calzatura molto flessibile fissata tramite chiodi (rigidi) ad uno zoccolo anch'esso flessibile sollecita molto la tenuta dei chiodi (e della muraglia se questa non è più che solida!).Un altro effetto che si ha con la plastica è che dopo un certo tempo e consumo tendono ad abombarsi verso la suola facendo sì che la muraglia appoggi su una superficie che s'inclina verso l'esterno. Sé questo può anche essere benefico se si tratta di un piede stretto ed incastellato non è certo l'ideale per un piede già largo e svasato di suo.

Comunque due modelli recenti offrono un buon compromesso tra solidità e flessibilità:

  • --Marathons: poliuretano trasparente con barbetta in punta. Pregi: costo contenuto; facile da piazzare i chiodi rispetto alla linea bianca (sono trasparenti); consumo moderato; discreto ammortizzamento; permette più movimento ai talloni. Difetti: tendono a deformarsi dopo qualche settimana e per darli la stabilità di barbette laterali bisogna applicare queste con delle vite (e tempo extra); poco anti scivolo sul compatto
  • --Easy Walker: poliuretano di due consistenze e durezza (e colori) diversi: piastra base in verde trasparente e inserti più morbidi (e anti scivolo) a contatto con il terreno. Dotati da tre barbette una in punta e due laterali. Pregi: abbastanza stabili grazie alle tre barbette; estrema facilità d'applicazione tanto delle barbette che dei chiodi che hanno delle sedi multiple già predisposte; buona resistenza al consumo. Difetti: costo un po' maggiore; a fine ferratura presentano comunque un po' d'abombatura verso la suola.

Conclusione:

De la vasta offerta di calzature alternative al ferro classico si può dedurre che non c'è la soluzione alternativa idonea per tutti i cavalli e tutte le discipline (errore de valutazione frequente da parte dei fabbricanti, troppo ottimisti, che spesso credono che il loro prodotto sia la soluzione per tutto e tutti). Molti tipi di ferrature sono già entrati nella pratica comune di molti maniscalchi e cavalli altri sono da valutare caso per caso e dopo aver resistito sul mercato per un tempo di “rodaggio” maggiore. Finalmente anche il maniscalco può aver bisogno di familiarizzarsi con tecniche e materiali non tradizionali.

Hans Castelijns D.V.M. - Certified Farrier
Medico Veterinario - Maniscalco

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