Mascalcia

Piedi piatti

Come descritto in un altro articolo (Quei piedi disuguali), alcuni cavalli hanno due zoccoli diversi tra loro negli arti anteriori, uno stretto ed alto ai talloni l'altro largo e piatto.

Molti cavalli hanno invece la tendenza di fare piedi larghi, piatti, bassi e sfuggenti ai talloni su tutti i due gli anteriori o addirittura ai quattro arti.

Per molti soggetti le conseguenze di questo difetto possono essere negative alla lunga perché piedi troppo squilibrati nella loro forma e consistenza con una punta eccessivamente lunga e talloni e suole appiattite e deboli predispongono a patologie e zoppie.

In particolare cavalli con “piedi piatti” sono più predisposti a traumi della suola (le cosi dette sobattiture), a sovraccarico della regione navicolare, a lesioni tendinee e, non meno importante per il cavaliere, ad inciampare con facilità a causa della punta eccessivamente lunga.

Ma quali sono le cause e quali i possibili rimedi? Innanzi tutto c'è la genetica e la conformazione di razza è individuale; un purosangue per natura ha dei piedi diversi ad un T.P.R. (Tiro Pesante Rapido), piedi che nel bene e il male l'uomo, attraverso la selezione di razze per attitudini diverse ha contribuito a differenziare. Per galoppare in massima estensione su una pista d'erba al primo serve un piede leggero tondeggiante con molta capacità di assorbire elasticamente l'impatto sul terreno, elasticità data da talloni relativamente ampi e bassi e da un fettone morbido e prominente. Al secondo serve un'azione breve ed incisiva per trasmettere tutta la potenza al terreno tramite giunture corte, dritte e zoccoli robusti ed alti capaci di sostenere l'imponente mole del soggetto da tiro.

Il moderno cavallo sportivo da concorso e dressage è a metà strada tra questi modelli estremi.

Il clima e il luogo d'origine contribuiscono anch'essi alla conformazione del piede, climi umidi con terreni profondi hanno portato alla selezione di piedi ampi e piatti che non sprofondano troppo, piedi stretti e robusti sono più adatti a climi aridi.

Ma, data una particolare conformazione del soggetto, è soprattutto la ferratura che può fare la differenza tanto nel bene che nel male.

Anzitutto bisogna capire quello che succede durante l'intervallo tra una ferratura e l'altra: lo zoccolo cresce in corona e si consuma nella sua parte inferiore; nel contatto con il terreno quando il cavallo è scalzo e sulla superficie superiore del ferro quando è ferrato. Quest'ultima affermazione può sembrare strana ma, infatti, il ferro non evita totalmente il consumo dello zoccolo; a livello dei talloni lo zoccolo continua ad aprirsi e a chiudersi leggermente ad ogni ciclo d'appoggio - alzata (il cosi detto elaterio del piede) e questo fa sì che i talloni, almeno con una ferratura ordinaria continuano a consumarsi. Che queste affermazione corrispondono al vero lo dimostrano l'osservazione delle zone levigate sulla superficie superiore del ferro quando questo viene tolto, e spiegano anche perché nella stragrande maggioranza dei casi durante il pareggio, il maniscalco deve asportare più unghia nella parte anteriore dello zoccolo che non ai talloni, per ristabilire un coretto asse digitale; non è che lo zoccolo sia cresciuto più in punta che ai talloni, ma che ai talloni si è consumato parzialmente nell'intervallo tra due ferrature. Inoltre, la crescita dello zoccolo non è verticale ma segue la direzione dell'inclinazione della muraglia (dei c.d. tubuli cornei) cioè non solo in giù ma anche in avanti spostando cosi con il tempo, la base d'appoggio data dal ferro in avanti rispetto al centro articolare del piede.

Fig 1
Figura 1

Quando lo zoccolo cresce, la punta e i talloni s'allontanano in giù e in avanti, rispetto al centro dell'articolazione del piede e del nodello, aumentando le leve biomeccaniche che il cavallo deve vincere ad ogni falcata.

In conseguenza quanto più lungo è l'intervallo tra due ferrature più lunga sarà, la leva in punta che il cavallo deve vincere con l'azione dei muscoli e tendini flessori per staccare il piede da terra (e più sarà portato ad inciampare).

La prima raccomandazione perciò è quella di ferrare il cavallo ad intervalli giusti, anche se i ferri non sono ancora “traballanti” o consumati, e questo è soprattutto responsabilità del proprietario.

Il maniscalco può apporgere piccoli particolari utili alla ferratura ordinaria; in punta una leggera sbarchettatura faciliterà lo stacco del piede; un'adeguata orlatura e lunghezza del ferro a livello dei talloni permetterà la loro espansione e protezione. Forgiando i talloni del ferro con uno slargamento della benda in corrispondenza delle barre quest'ultime vengono reclutate a portare parte dell'appoggio sul ferro a livello dei talloni (i Francesi chiamano questo tipo di ferro “a cipolla”). Piazzando il ferro leggermente in dietro rispetto alla scatola cornea, la base d'appoggio che questo offre rimarrà centrato più a lungo sotto l'articolazione del piede. Anche ferrature particolari come pianelle, ferri “a uovo” e ferri napoleonici (aperti in punta) ottengono quest'effetto. Finalmente si può cercare d'offrire al nostro soggetto affetto da piedi piatti una vera "Nike" come quelle che magari usa il proprietario per fare footing sull'asfalto.

Infatti, anche nel mondo delle calzature per equini è entrata la tecnologia dei materiali moderni. Ci sono per esempio delle solette particolari, studiate per accompagnare l'elaterio dei talloni evitando che questi si consumino sulla superficie superiore del ferro a causa dell'abrasione.

Se in più si applicano dei corpi elastici a supporto del fettone, barre e suola i talloni verano sollevati parzialmente del loro lavoro eccessivo, permettendoli un consumo minore e una crescita più sana a lungo termine. All'argomento “che non è naturale” chiudere la suola e il fettone con solette e siliconi si può opporre che forse è più naturale che questi organi partecipino all'appoggio, come avviene per cavalli scalzi su terreno mosso, che non la sola muraglia sopra il ferro.

Naturalmente come avviene per le calzature sportive per gli umani, un lavoro extra e materiali speciali hanno un costo maggiore che giustamente devono venire corrisposti al maniscalco esperto, disponibile a lavorare per la salute a lungo termine dell'atleta a lui affidato.

Hans Castelijns D.V.M. - Certified Farrier
Medico Veterinario - Maniscalco

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