Cheratoma: il tumore dello zoccolo
Il termine “Cancro del fettone” è un termine improprio per una malattia del piede che nel linguaggio dei patologi si chiama pododermatite cronica ipertrofica (vedessi Cavallo Magazine n° 151 Giugno 1999), improprio perché non si tratta di un vero tumore.
Esiste invece una vera patologia tumorale del piede equino che si chiama Cheratoma. Il cheratoma è un tumore che si sviluppa al di sotto della scatola cornea originandosi a livello delle cellule squamose dello strato germinativo della benda coronaria. Le cellule tumorali si moltiplicano e causano una lesione che va ad occupare lo spazio compresso tra il derma laminare, all'interno della parete, e l'osso del piede. Come la parete cornea è relativamente rigida e robusta i cheratomi, che generalmente hanno una forma cilindrica, premono sulla superficie esterna della terza falange causando una graduale osteolisi (assorbimento parziale del margine osseo) ed infiammazione che a volte si manifesta con ascessi ricorrenti in corona. Naturalmente quando i cheratomi assumono una dimensione tale da creare pressione sulle lamine sensitive da una parte e sull'osso del piede dall'altra sono causa di zoppia nel soggetto colpito.
La diagnosi iniziale di questo tumore benigno (non ha tendenza a fare metastasi) spesso la fa il maniscalco durante li pareggio, notando una depressione della linea bianca verso l'interno della suola, occupato da una massa tondeggiante di cheratina giallastra e meno consistente della materia cornea normale della parete.. Un esame radiologico della terza falange può confermare il sospetto visto che il margine dell'osso del piede è alterato dalla presenza del cheratoma.
La terapia prevede l'asportazione chirurgica per la qual è necessario asportare prima la parte di zoccolo soprastante fino alla corona per assicurarsi la via d'accesso al tumore in tutta la sua estensione.
L'operazione può essere eseguita in stazione quadrupedale con il soggetto sedato e con anestesia digitale perineurale. Segue poi una ferratura terapeutica (a volte dopo un'ingessatura iniziale) che deve dare sostegno alla parte integre dello zoccolo e all'osso del piede per evitare che questo si sposti all'indietro rispetto alla scatola cornea. Questa complicazione è una reale possibilità in tutti quelli casi dove la normale unione laminare tra lo zoccolo e la terza falange è temporaneamente ridotta (come per esempio in casi gravi di tarlo o di laminite). Inoltre si possono stabilizzare le porzioni di parete ai margini della breccia operativa con una robusta fascia metallica avvitata e con l'uso di barbette laterali.
La prognosi per una guarigione completa è buona se il cheratoma è asportato interamente ma il difetto della parete richiede molti mesi per scomparire con la crescita della muraglia nuova. Processo che si può accelerare con l'uso d'integratori nell'alimentazione che stimolano la crescita degli zoccoli.