Mascalcia

Quel ferro perso (prima parte)

“...Per mancanza di un chiodo un ferro fu perso, mancando un ferro il cavallo fu perso, mancando un cavallo la battaglia fu persa, perdendo la battaglia il regno fu perso....”  cita una vecchia poesia.

Se oggi giorno la perdita di un ferro difficilmente avrà delle conseguenze cosi drammatiche da rimetterci un regno, rimane nonostante tutto una bella seccatura che può compromettere una spensierata passeggiata, una gara di fondo o anche un piazzamento in corsa. Inoltre, se la perdita avviene ad andatura veloce o su terreno duro e sconnesso, può compromettere la salute del piede essendo causa di sobattiture o di rotture del margine inferiore dello zoccolo che rendendo più difficile riferrare il piede in questione, soprattutto se non si procede subito a ripristinare una protezione adeguata.

La maggior parte delle sferrature accidentali avviene a carico degli anteriori quando un cavallo si raggiunge con un posteriore. Fattori predisponenti sono il tipo di lavoro (p.e. salto ostacoli, gare di velocità, reining durante lo sliding stop) ma anche conformazione e grado d'allenamento; un cavallo corto e alto si raggiunge più facilmente, un cavallo giovane e/o poco allenato può mancare di coordinamento. La perdita di un ferro avviene con più facilità quando il cavallo è ferrato da poco o da molto (troppo) tempo.

Nel primo caso il ferro presenta un'orlatura e una lunghezza relativa ai talloni maggiore, da permettere al cavallo di portare “comodamente” gli stessi ferri per tutto il periodo normale della ferratura senza che questi diventino stretti o corti dopo 2 o 3 settimane.

L'orlatura e la lunghezza delle branche del ferro a livello dei quarti e dei talloni del piede è uno di quelli eterni compromessi della mascalcia. Troppo stretto e corto può compromettere la salute del cavallo, troppo largo e lungo fa aumentare il rischio di una sferratura. In questo senso è pratica comune ferrare cavalli da corsa “a filo” cioè molto aggiustati ma anche molto frequentemente, cavalli da sella più “comodi” ma ad intervalli più lunghi e con ferri di benda più grossa. Altri accorgimenti includono "sbarchettare" i ferri anteriori in punta per facilitare lo stacco veloce degli anteriori dal terreno e piazzare i ferri posteriori leggermente in dietro rispetto allo zoccolo.

Nel caso di cavalli che si sferrano continuamente (per esempio alcuni grandi “stoppatori” di reining ) si possono forgiare i talloni dei ferri anteriori prolungati e piegati in su, paralleli alla tangente dei talloni a modo di “cucchiaio” ("Spooned heels" in Inglese), in questo modo diventa più difficile che il posteriore scavalchi il tallone del ferro anteriore. (A - schema: spooned heels)

Ma anche il cavaliere può fare tanto, per esempio a cavalli che si sferrano quando sono liberi in paddock perchè molto “allegri”, si possono applicare dei comodi paraglomi che arrivano a coprire i talloni o ancora si dovrebbe moderare l'andatura quando il terreno e profondo, perchè in queste condizioni viene ritardato lo stacco dal terreno degli anteriori. Va da se che sono da evitare anche le ferrature tenute per troppo tempo con zoccoli eccessivamente lunghi e chiodi rallentati o addirittura rotti.

Mentre che un ferro strappato accidentalmente in uno zoccolo corto, equilibrato e ferrato da poco generalmente non comporta danni eccessivi alla muraglia, se i chiodi sono infissi ad altezza adeguata e non sono di dimensioni eccessive (i chiodi dovrebbero essere sempre la linea di “minor resistenza”), le muraglie eccessivamente lunghe si spezzano con gran facilità in solo pochi passi senza ferro.

Perciò regolarità negli appuntamenti con il maniscalco!

La sferratura accidentale dei posteriori avviene con meno frequenza ed è quasi sempre il risultato di un altro cavallo/cavaliere che non ha mantenuto le dovute “distanze di sicurezza” o pure del vizio di scalciare in box.

Come tutti i vizi, lo scalciare ripetutamente contro le pareti non è facile da correggere e le conseguenze per la salute e per lo stato della ferratura dei posteriori possono essere anche gravi. Se il cavallo esprime quest'attitudine all'ora della distribuzione dei pasti, sarà bene governarlo per primo; imbottire le pareti con gomma resistente può limitare i danni, spesso un po' d'esercizio e di libertà possono liberare un po' d'energia eccessiva.

Con cavalli che si sferrano facilmente ai posteriori è importante evitare l'uso di barbette troppo appuntite; le barbette aumentano la solidità della ferratura ma se sono taglienti in cima possono causare delle gravi lesioni alla suola o addirittura all'osso del piede nel caso che il soggetto pesti un ferro parzialmente rallentato e girato sotto il piede.

Nelle lunghe passeggiate, nel trekking e nelle gare di fondo è una buona precauzione portare una scarpetta di gomma d'emergenza dalle dimensioni adeguate. Sono leggere e allacciandole al piede scalzo permettono di raggiungere al passo la scuderia o il punto d'appoggio più vicino senza ulteriori danni allo zoccolo.

Finalmente, se nel medioevo ad ogni futuro cavaliere veniva richiesto d'essere capace di ferrare il suo cavallo, un cavaliere del ventunesimo secolo dovrebbe essere in grado di rimettere un ferro perso utilizzando i vecchi tragitti dei chiodi attraverso la muraglia creati durante la ferratura da parte del maniscalco professionale.

Quel ferro perso (seconda parte)

Hans Castelijns D.V.M. - Certified Farrier
Medico Veterinario - Maniscalco

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