I tendini sono strutture fibroelastiche che collegano i muscoli agli segmenti squellettrici mentre che i legamenti uniscono due ossa tra di loro.
Nella parte inferiore (distale) degli arti dei cavalli ci sono due tendini flessori: il tendine flessore profondo delle falangi (T S P F) e il tendine flessore superficiale delle falangi (T F S F). Ogni uno di questi tendini collega gli omonimi muscoli (che trovano origine nel arto anteriore dal gomito), con l'aspetto posteriore (palmare) delle falangi. (schema 1).
Insieme al legamento sospensore del nodello (L S N), che collega il carpo con le falangi tramite le ossa sesamoidei prossimali, i tendini flessori formano l'apparato di sostegno del nodello. Per permettere l'estensione del dito c'è finalmente il tendine estensore delle falangi (T E F) che scorre dorsalmente al dito per inserirsi su una prominenza dell'osso del piede (IIIª falange). Tanto il T F P F che il T F S F hanno un legamento accessorio chiamati rispettivamente briglia carpica e briglia radiale dal punto dove s'inseriscono sullo squelettro . Queste due briglie fanno si che il cavallo possa stare in piedi senza sforzo da parte dei muscoli flessori.
Le lesioni tendinee e del legamento sospensore del nodello sono abbastanza frequenti nei cavalli sportivi e ancora di più nei cavalli di corsa dove queste strutture vengono sottoposti a sforzi enormi. In caso di lesione è molto importante stabilire con esattezza la struttura colpita, non solo per poter determinarne la gravità ma anche per poter dare indicazioni adeguate per la ferratura terapeutica. La diagnosi più precisa in questo senso s'ottiene con l'aiuto dell'ecografo.
La ferratura terapeutica ha come obiettivo iniziale di scaricare la struttura colpita per poi gradualmente riportare al suo carico abituale mano a mano che la guarigione avviene registrata da ulteriori controlli ecografici.