Il primo marker consiste in un'asticella metallica la cui cima arriva alla linea del pelo in corona (dove inizia la scatola cornea) applicato con un cerotto sulla muraglia dorsale.
Per il secondo marker si utilizza una puntina di disegno infissa ±1 cm al indietro dell'apice del fettone, prendendo l'ulteriore accortezza di disegnare una linea con un pennarello sulla suola in corrispondenza della puntina. (Fig. radio + marker)
Le radiografie lateromediali realizzate in questo modo permettono di valutare con esattezza il grado di spostamento dell'osso del piede rispetto allo zoccolo e in conseguenza il posizionamento coretto del ferro. Inoltre servono come indicazione per la quantità di muraglia dorsale da asportare e finalmente per valutare la gravità del caso e la sua prognosi.
La profondità dell'inserto a cuore rispetto al piano del ferro deve essere tale che il fettone venga sollecitato a portare peso prima della muraglia. Quando si prova il ferro sul piede ci deve rimanere qualche millimetro d'area tra quarti e superficie del ferro con il fettone in contatto con l'inserto. Inchiodando il ferro questo spazio sparisce, idealmente senza che la pressione sul fettone sia cosi eccessiva da causare nuovo dolore al soggetto.
Nei cavalli laminitici il dolore, sempre presente in maggior o minor grado, può rendere difficoltoso la fissazione con chiodi. Ragione per la quale sono state proposti diversi sistemi di ferratura incollabili o fissabili con resine.Alcuni di questi permettono anche la fissazione di cunei sotto i talloni che hanno come scopo la diminuzione della forza basculante esercitata dal tendine flessore profondo sull'osso del piede.
Il rialzo dei quarti-talloni può dare un importante sollievo soprattutto in cavalli con rotazione della 3ª falange ma alla lunga può portare ad un accorciamento-contrattura di questo tendine e della sua briglia carpica, accorciamento indotto già di per se dal dolore.
Per questi soggetti che camminano sulle punte, al contrario della maggioranza dei laminitici che favoriscono i talloni, può rendersi necessario la desmotomia (interruzione chirurgica di un legamento) della briglia carpica, analogamente a quanto avviene in puledri con rampinismo grave, o addirittura la tenotomia (interruzione chirurgica di un tendine) del flessore profondo.
Uno stacco facilitato in punta (ferri a punta quadra, ferri rovesciati p.e.) diminuisce la tensione del tendine flessore profondo su PIII.
2). Resezione della muraglia dorsale:
La presenza della muraglia dorsale distaccata dall'aspetto dorsale dell'osso del piede causa un impedimento meccanico ad una futura unione della muraglia dorsale a livello laminare. Inoltre tra vecchia muraglia e osso del piede si forma uno spazio inizialmente emorragico-sieroso poi corneo (cherafillocele) che esercita pressione sul derma laminare già danneggiato. Questa è la motivazione per una resezione (asportazione radicale) di tutta questa muraglia distaccata. In casi lievi conviene al meno ristabilire un parallelismo tra muraglia dorsale e dorso della 3ª falange.
In alternativa si può praticare un solco subcoronario che arrivi in profondità fino alle lamine morte, questo sistema permette una crescita futura dei tubuli cornei generati in corona paralleli e attaccati alla 3ª falange, senza rendere tropo instabile la scatola cornea.
3) Atri sistemi di supporto della suola e del fettone:
Usando ferri a cuore o pianelle con solette si possono interporre tra inserto e suola palmare-barre-fettone dei siliconi relativamente duri ma che si conformano nella loro fase pre-catalizzata perfettamente all'anatomia della parte posteriore del piede.
Ideale a questo scopo sono per esempio i siliconici usati per impronte dentarie. La realizzazione di una pressione calibrata e di una base d'appoggio maggiore è più facile che con il solo ferro a cuore.
4) Protezione della suola anteriore:
La suola anteriore al fettone, spesso appiattita o addirittura convessa e assottigliata a causa della rotazione e/o dell'abbassamento dell'osso del piede può essere protetta con dei ferri a benda larga e sedile concavo o con delle placche d'alluminio asportabili particolarmente utili se un'ispezione e medicazione d'ulcere della suola sono necessarie.
Il ripristino di zoccoli normali è lungo (minimo 8-10 mesi) e richiede un monitoraggio assiduo, le rimesse o comunque le ferrature si succedono ad intervalli più brevi che nel cavallo normale (4-5 settimane) per mantenere attive le proprietà terapeutiche del sistema di ferratura scelto.
La collaborazione tra veterinario, maniscalco e custode è imprescindibile ragione per la quale può rendersi utile il ricovero del paziente in una struttura specializzata per la riabilitazione di cavalli laminitici.