Mascalcia

Dal cancro del fettone al cheratoma

I -Cancro del fettone. (Pododermatite cronica ipertrofica PDCI)

Infiammazione cronica, ipertrofica del derma podeale, non sempre del (solo) fettone caratterizzata da tessuti (epi) dermici alterati, mollicci, caseosi, umidi, proliferativi ad alterata cheratinizzazione ed invasivi ei tessuti adiacenti il focolaio originale.

La PDCI ha una patogenesi poco chiara con generalmente un anamnesi d'irritazione dermica perdurante (marcimento grave del fettone, traumi ripetuti) e una tendenza a recidive.

La terapia consiste nell’ablazione chirurgica dei tessuti alterati fino al derma d’aspetto roseo – nomale sottostante, asportazione che deve accuratamente interessare tutta l’estensione della lesione spesso infiltrata sotto tessuti in apparenza normalmente cheratinizzati come suola, barre, muraglia.

La chirurgia può essere effettuata in piedi previa sedazione, anestesia regionale e esmarchizzazione.

Il post operatorio richiede una ferratura a coperchio rimovibile (placca ospedale) che facilita le cure giornaliere post operatorie. Con acido picrico e salicilico 50/50% in polvere che nella esperienza dell’autore (26 casi con 11 referenziate con previa recidiva) da le maggiore garanzie per evitare le ricadute. Un decorso ad esito positivo si riconosce per la progressiva mancanza di proliferazione ed essudato nelle 2 a 6 settimane post operatorie.

II – Cheratomi:

Vera neoplasia del cheratogeno (cheratomi cilindrici, sub parietali) o presumibilmente cheratoforo (cheratomi sferici, sub parietali, ma anche sub soleari).l’autore ha una casistica di 16 cheratomi operati, tutti quanti cilindrici di gran lunga più comuni.

La diagnosi si basa sull’alterazione de la linea bianca e suola adiacente la porzione distale del cheratoma e la classica depressione a mezzaluna del profilo distale della falange distale in radiografie prossimo distale di PIII. Occasionalmente i cheratomi cilindrici, che originano dal corion coronario danno luogo ad ascessi fistolizzanti sopra la corona adiacente. I pazienti affetti generalmente hanno una certa età (ma un recente caso affettava una cavalla di 8 anni) e non sempre danno zoppia. La rimozione è indicata per limitare la progressiva erosione della falange distale.

La chirurgia si può effettuare in piede (vedasi preop x PDCI); nella esperienza dell’autore il miglior procedimento, per garantire la rimozione di tutto il cheratoma, incluso le cellule (epi) dermiche originanti la neoplasia, e la ablazione del cheratoma attaccato alla parete sovrastante. Si effettuano due solchi a tutto spessore di parete, in senso disto – prossimale, paralleli al sottostante cheratoma, con l’aiuto di una sega oscillante tipo taglia gesso, si solleva parete e cheratoma con l’aiuto di due leve, si afferra la porzione distale con una pinza e si disingrana questa fetta di parete in senso prossimale, avendo cura di tagliare il perioplico in senso traversale con un bisturi.

Il piede viene ferrato con barbette adiacenti la recessione parietale, sopporto furcale per limitare il rischio di basculamento di PIII e la parete prossimale stabilizzata con una lamiera avvitata che servirà anche a tenere un bendaggio compressivo nel immediato post op.

L’obbiettivo e la rimozione totale del cheratoma per evitare recidive (che si possono presentare con nuovi cheratomi multipli) senza traumatizzare la corona facilitando una crescita integra della muraglia nuova.

Bibliografia su richiesta dell’autore.
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Hans Castelijns D.V.M. - Certified Farrier
Medico Veterinario - Maniscalco